DEFINIZIONE
Il ritardo o disturbo del linguaggio ( DL) rappresenta una condizione frequente in età prescolare ed è generalmente considerato un disturbo transitorio dello sviluppo a prognosi favorevole.
Nei disturbi di linguaggio vengono, comunque, compresi tutti quei casi in cui il codice verbale ha difficoltà a costruirsi sia come oggetto di apprendimento sia come strumento di organizzazione cognitiva e di adattamento sociale.
La maggior parte degli autori è concorde nell’affermare che il ritardo del linguaggio è un complesso sintomatologico in cui lo sviluppo della verbalità, intendendo per questo la comprensione verbale, la produzione fonemica e la costruzione della frase, devia dalla norma.
CLASSIFICAZIONE DEL RITARDO
- Ritardo semplice, con il quale si definisce l’assenza o il ritardo di acquisizione della verbalità espressiva in termini globali o in uno degli aspetti parziali, fonematici, lessicali e/o morfosintattici, in soggetti in cui si possano escludere alterazione organiche del SNC, dei sistemi sensoriali percettivi e degli organi esecutivi periferici dell’espressione. Ha risoluzione spontanea entro i 4 anni di età.
- Ritardo primario, quando non sia riconoscibile una qualche secondarietà. Il disturbo primario può anche essere denominato specifico. Non ha risoluzione spontanea.
- Ritardo secondario,il quale sta a significare che il sintomo ritardo o assenza di linguaggio, di verbalità o di comunicazione, è da riferirsi ad una lesione organica del SNC, o dei sistemi senso-percettivi o degli effettori periferici.
SVILUPPO NORMALE E VARIAZIONI DALLA NORMA
Nella maggior parte dei casi, i bambini dopo un periodo di gorgheggi e giochi con la voce che vanno sotto il nome di lallazione, cominciano a dire le prime parole a scopo di richiamo e comunicativo verso i dodici mesi di età, epoca fatidica anche per i primi passi del cammino autonomo. Progrediscono in modo variabile attraverso una fase più o meno lunga di lingua ‘privata’ e verso i due anni già possiedono un linguaggio piuttosto ricco nella lingua materna, sia per comprendere che per esprimersi. Espressione e Comprensione, sono due aspetti fondamentali del linguaggio, che non sempre procedono in parallelo nei primi anni. Vari bambini dimostrano di comprendere bene ma tardano ad esprimersi a parole. Anche la pronuncia a volte può mantenersi con aspetti infantili più a lungo che di norma ma, in assenza di patologie,i regrediscono spontaneamente o possono richiedere un intervento correttivo logopedico se si mantengono dopo i 5 anni
Nel bambino normale l’acquisizione del linguaggio si sviluppa seconda tappe regolari. Si deve tuttavia tener presente che:
- il ritmo della progressione varia considerevolmente da un bambino all’altro;
- qualunque acquisizione in uno dei settori del sistema linguistico ( morfologia, fonologia, sintassi, semantica e pragmatica) è strettamente correlata ad acquisizioni negli altri settori;
- lo sviluppo verbale del bambino va collocato nel contesto generale del suo sviluppo senso- motorio, cognitivo, relazionale, emotivo- affettivo.
PRINCIPALI TAPPE DELLA COMUNICAZIONE
ETA’ | LINGUAGGIO RICETTIVO | LINGUAGGIO ESPRESSIVO E PAROLA |
0-3 mesi | Sussulti o pianti ad alta confusione | Gorgoglii o sussurri in risposta alla voce |
3 mesi | Ricerca dei rumori con gli occhi | Risolini o vocalizzazione di piacere |
5-6 mesi | Reazioni alla musica con sussurri o cessazione del pianto | Usa la vocalizzazione per ottenere l’attenzione ed esprimere domande |
7-8 mesi | Localizza specificamente la sorgente del suono | Balbetta con inflessioni simili al linguaggio degli adulti ( lallazione ) |
9-10 mesi | Smette le attività quando gli si dice “no” o il suo nome | Dice mamma o papà non in relazione a specifiche persone |
11-12 mesi | Risponde a semplici quesiti (“vieni qui”) | Dice la sua prima parola referenziale |
13-15 mesi | Può identificare oggetti, foto o parti del corpo nominate | 4-7 parole vere oltre alle gergali, < 20% * |
16-18 mesi | Identifica foto o oggetti familiari | 10 parole; ecolalia ad estensione del gergo, 20%-25%* |
19-21 mesi | Capisce semplici domande come: “ vuoi questo succo?” | 20 parole compresi i nomi; combinazione spontanea di 2 parole |
21-24 mesi | Riconosce nuove parole ogni giorno | 25-250 parole; cessa il gergo, 60-70%* |
2-2 ½ anni | Ascolta le storie e capisce il significato | 400-500 parole; 75%*, 2-3 parole per frase; pronomi, diminuisce ecolalia |
3-4 anni | Classifica e confronta disegni | 3-6 parole per frase, pone domande, riferisce esperienza, conversa |
4-5 anni | Interesse nelle parole, lettere giochi di parole, linguaggio stupido | Definisce i termini d’uso, sintassi completa, 6-8 parole per frase |
*percentuale di linguaggio comprensibile
SINTOMATOLOGIA
In alcuni casi il linguaggio, specialmente quello espressivo, cioè la capacità di parlare, ritarda a manifestarsi. Si può trattare in questo caso di semplice ritardo del linguaggio, oppure di un più serio problema di linguaggio o di sviluppo, talvolta collegato a patologie definite.
- Disturbo specifico dell’articolazione dell’eloquio:
- acquisizione dei suoni ritardata/deviante (omissioni, distorsioni o sostituzioni di suoni)
- ridotta intelligibilità
- normale livello delle abilità linguistiche espressive
- Disturbo del linguaggio espressivo
- comprensione normale ( o liev. inf. media)
- p. fonologico (ritardi o anormalità produzione suoni)
- p. lessicale ( sviluppo limitato vocabolario, uso ripetitivo di un ristretto repertorio di parole generiche, diffic. selezionare parole appropriate e sostituzioni di parole)
- p. M-S ( struttura immatura frase, errori sintattici, omissioni/sostituzioni di funtori)
- Disturbo della comprensione del linguaggio
- grave ritardo comprensione verbale in assenza di sindromi da alterazione globale dello sviluppo psicologico
In fase precoce incapacità a: rispondere a nomi familiari entro 12 mesi, a identificare almeno alcuni oggetti comuni entro i 18 mesi, a seguire istruzioni semplici e comuni entro i 2 anni.;
- sempre associato a grave deficit espressivo;
- rispetto agli altri DSL, è associato con il più alto grado di compromissione socio-emotivo-comportamentale (iperattività, distraibilità, isolamento dai coetanei, ansia,…);
- lieve difetto di udito nei toni alti non è raro.
DIAGNOSI DIFFERENZIALE
La diagnosi differenziale si porrà nei confronti di:
- deficit uditivo o strumentale di altro tipo;
- disturbo generalizzato dello sviluppo;
- insufficienza mentale o ritardo cognitivo;
- problemi di attenzione;
- carenza di motivazione, problemi affettivi.
Tra i 24- 30 mesi i bambini con evoluzione in DSL presentano una compromissione della produzione lessicale e della comprensione verbale significativamente più grave già a partire da questa età.
- Prognosi correlata sia alla gravità del ritardo lessicale iniziale che alla gravità del disturbo di comprensione.
- I bambini con recupero entro i 36-48 mesi non presentano un deficit di comprensione, mentre nei bambini ad evoluzione in DSL l’ incidenza di deficit di comprensione è superiore al 60%.
BIBLIOGRAFIA
Carlo Ciacchetti e Giuseppina Sannio Fancello TVL ( test di valutazione di linguaggio) Erickson
Coordinamento Regionale Handicappati Ente Morale ai sensi del D.P.R.616/77
- Sabbadini, A.G.De Cagno, L. Michelazzo M.L.P. Vaquer Il disordine fonologico del bambino con disturbi del linguaggio (Springer)
Sitografia: www. ospedalebambingesù.it
Sitografia: www. neuropsic.altavista.org
Sitografia: www.fism-trieste.net
Sitografia: www.pavia3.it