Disabilità Intellettiva

La Disabilità Intellettiva (disturbo dello sviluppo intellettivo), così come descritto nel DSM-5 (Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali), è un disturbo con esordio nel periodo dello sviluppo che comprende deficit del funzionamento sia intellettivo che adattivo negli ambiti concettuali, sociali e pratici. In ambito clinico, sociosanitario e scientifico la “Disabilità Intellettiva” va a sostituire il termine “Ritardo Mentale”(DSM-IV).

Per poter fare diagnosi di Disabilità Intellettiva devono essere soddisfatti i seguenti criteri:

  1. Deficit delle funzioni intellettive, come ragionamento, problem solving, pianificazione, pensiero astratto, capacità di giudizio, apprendimento scolastico e apprendimento dell’esperienza;
  2. Deficit del funzionamento adattivo che porta al mancato raggiungimento degli standard di sviluppo e socioculturali di autonomia e di responsabilità sociale. Senza un supporto costante, i deficit adattivi limitano il funzionamento in una o più attività della vita quotidiana, come la comunicazione, la partecipazione sociale e la vita autonoma, attraverso molteplici ambienti quali casa, scuola, ambiente lavorativo e comunità;
  3. Esordio dei deficit intellettivi e adattivi durante il periodo dello sviluppo.

La somministrazione dei test psicometrici e la valutazione del comportamento adattivo sono indispensabili per porre la diagnosi di Disabilità Intellettiva.

Le cause che possono determinare il Ritardo Mentale [Disabilità Intellettiva (DSM-5)] sono riassumibili nel seguente modo (American Psychiatric Association, 1994):

  • Il 30-40% dei casi resta senza una precisa definizione eziologica;
  • Il 5% è riconducibile ad anomalie di natura genetica;
  • Il 30% ad alterazioni prenatali (ovvero che si verificano durante la vita intrauterina);
  • Il 10% ad alterazioni perinatali (ovvero che si verificano al momento del parto come, ad esempio, sofferenze del nascituro per grave prematurità);
  • Il 5% ad alterazioni post-natali (ad esempio, traumi o incidenti vascolari a danno dell’encefalo che si verificano dopo la nascita);
  • Il 15-20% a fattori psicosociali (quali deprivazione sociale ecc.)

Non vi sono caratteristiche fisiche associate alla Disabilità Intellettiva.

Non vi sono dati di laboratorio o esami strumentali patognomonici della Disabilità Intellettiva.

Solitamente un bambino con Disabilità Intellettiva giunge all’osservazione di uno psicologo o di un neuropsichiatra infantile poiché manifesta una bassa capacità di adattamento (o funzionamento adattivo), ossia presenta una bassa autonomia personale, rispetto alle capacità solitamente previste per la sua stessa fascia di età e per il gruppo sociale a cui appartiene.

I sintomi con cui si può evidenziare una condizione di Disabilità Intellettiva (anche se nessuno di questi da solo è sufficiente per fare diagnosi) sono: ritardo nelle acquisizioni motorie, nelle competenze comunicative, nello sviluppo del linguaggio, ritardo delle capacità grafiche, degli apprendimenti scolastici. Il bambino con Disabilità Intellettiva presenta frequentemente disturbi del comportamento, dell’affettività, dei bioritmi. Anche se non obbligatoriamente presenti, si osservano disturbi della motricità fine e dell’organizzazione motoria generale.

AD ESEMPIO:

-Per quanto riguarda l’area della comunicazione, si potrà notare un ritardo nello sviluppo del linguaggio, con conseguenti capacità comunicative inferiori rispetto ad altri bambini della stessa età.

-Allo stesso modo per quanto riguarda le altre aree sopra descritte ci potrà essere un ritardo nel raggiungimento delle tappe fondamentali per quanto riguarda lo sviluppo delle diverse abilità.

-Confrontato con bambini della stessa età si noterà un ritardo nell’acquisizione delle capacità senso motorie, nell’acquisizione delle abilità scolastiche o nel raggiungimento dell’autonomia per quanto riguarda la capacità di provvedere a se stesso (vestirsi, allacciarsi le scarpe, lavarsi, controllo degli sfinteri).

-Inoltre, vi possono essere compromissioni per quanto riguarda le capacità sociali e interpersonali (giocare con gli altri bambini, avviare spontaneamente l’interazione, svolgere giochi strutturati e con regole).

Non vi sono caratteristiche specifiche di personalità e di comportamento associate in maniera esclusiva alla Disabilità Intellettiva. Alcuni soggetti sono passivi, tranquilli e dipendenti, mentre altri possono essere aggressivi e impulsivi. C’è da sottolineare il fatto che, in molti casi, la mancanza di capacità di comunicazione può predisporre a comportamenti dirompenti ed aggressivi, in quanto il bambino non potendo comunicare tramite il linguaggio cerca di attirare l’attenzione e di farsi capire utilizzando dei comportamenti che vanno a sostituire la comunicazione verbale e che, a volte, risultano essere aggressivi anche a causa del senso di frustrazione che il bambino sperimenta nel non essere compreso.

Le caratteristiche principali della Disabilità Intellettiva rimangono, tuttavia, la presenza di un funzionamento intellettivo significativamente al di sotto delle abilità (ad esempio di ragionamento) ritenute adatte per una data età ed un deficit del Funzionamento Adattivo. Quest’ultimo si riferisce al modo in cui una persona soddisfa gli standard di autonomia personale e di responsabilità sociale della comunità , in confronto con altri della stessa età e della stessa estrazione socio-culturale. Il Funzionamento Adattivo comporta un ragionamento adattivo in tre ambiti: concettuale (memoria, linguaggio, lettura, scrittura, ragionamento matematico, problem solving e capacità di giudizio); sociale (consapevolezza dei pensieri, sentimenti ed esperienze degli altri, empatia, abilità di comunicazione interpersonale e giudizio sociale); pratico (cura di sé, responsabilità lavorative, gestione del denaro e svago).

Possono essere specificati 4 gradi di gravità, che riflettono il livello della compromissione adattiva: Lieve, Moderato, Grave ed Estremo.

Livello di gravità Lieve

Ambito concettuale Ambito sociale Ambito pratico
Nei bambini in età prescolare possono non esserci anomalie concettuali evidenti.

Nei bambini in età scolare e negli adulti, sono presenti difficoltà nell’apprendimento di abilità scolastiche, che rendono necessaria qualche forma di supporto in una o più aree di apprendimento.

Negli adulti sono compromessi il pensiero astratto, la funzione esecutiva, così come l’uso funzionale delle abilità scolastiche.

E’ presente un approccio a problemi e soluzioni in qualche modo concreto rispetto ai coetanei.

Rispetto ai coetanei con sviluppo regolare, l’individuo è immaturo nelle relazioni sociali. Vi possono essere, per esempio, difficoltà nel percepire gli stimoli sociali provenienti dai coetanei. La comunicazione, il linguaggio e  la conversazione sono più concreti o più immaturi rispetto a quanto atteso in base all’età. Vi possono essere difficoltà nel controllare le emozioni e il comportamento. E’ presente una limitata comprensione del rischio nelle situazioni sociali; la capacità di giudizio sociale è immatura rispetto all’età. L’individuo può avere buone capacità per quanto concerne la cura personale, mentre può avere bisogno di supporto per nelle attività complesse della vita quotidiana. Nell’età adulta il supporto riguarda generalmente il fare acquisti, l’utilizzo dei trasporti, la gestione della casa, dei figli e delle finanze. Le attività di svago sono simili a quelle dei coetanei. Gli individui hanno generalmente bisogno di un supporto nel prendere decisioni che concernono la salute, l’ambito legale, l’apprendimento di una professione.

Livello di gravità Moderato

Ambito concettuale Ambito sociale Ambito pratico
Per tutto il periodo dello sviluppo le abilità concettuali dell’individuo restano marcatamente inferiori a quelle dei coetanei. Sia in età prescolare, che in età scolare l’apprendimento delle abilità, a partire dal linguaggio fino alla letto-scrittura, si sviluppano lentamente.

Negli adulti, lo sviluppo delle abilità scolastiche è fermo ad un livello elementare. Per portare a termine le attività concettuali nella vita quotidiana è necessaria assistenza continua.

L’individuo mostra marcate differenze rispetto ai coetanei nel comportamento sociale e comunicativo durante lo sviluppo. Il linguaggio parlato risulta essere meno complesso rispetto a quello dei coetanei. La capacità relazionale è evidente nei legami stretti con i membri della famiglia e gli amici. Tuttavia gli individui possono non percepire o non interpretare in modo corretto gli stimoli sociali. La capacità di giudizio sociale e di prendere decisioni è limitata. E’ necessario un sostegno sociale e comunicativo significativo per avere successo nel campo lavorativo. È necessario un ampio periodo di insegnamento affinché l’individuo diventi autonomo nella cura della propria persona e potrebbero essere necessarie delle sollecitazioni. L’indipendenza lavorativa può essere raggiunta in lavori che richiedono limitate abilità concettuali e comunicative, ma è necessario un sostegno nelle responsabilità ausiliarie quali pianificazione, trasporto, salute e gestione del denaro. Possono essere sviluppate diverse capacità ricreative. In una minoranza significativa di individui è presente un comportamento disadattivo che causa problemi sociali.

Livello di gravità Grave

Ambito concettuale Ambito sociale Ambito pratico
Il raggiungimento di abilità concettuali è limitato. L’individuo in genere comprende poco il linguaggio scritto e i concetti che comportano numeri, quantità, tempo e denaro. È necessario un sostegno nella risoluzione dei problemi quotidiani. Il linguaggio parlato risulta essere limitato sia per quanto riguarda il vocabolario che la grammatica. L’eloquio può essere composto da singole parole o frasi ed è incentrato sul “qui ed ora”. Gli individui comprendono discorsi semplici e la comunicazione gestuale. Le relazioni con i membri della famiglia e con altri familiari sono fonte di piacere e aiuto. L’individuo necessita di aiuto in tutte le attività della vita quotidiana, compresi i pasti, il vestirsi, il lavarsi e l’evacuazione. È presente una severa difficoltà nel prendere decisioni responsabili riguardanti il proprio benessere o il benessere degli altri. Nell’età adulta la partecipazione a compiti domestici, attività ricreazionali e lavoro richiede assistenza e supporto continui.

In una minoranza significativa di individui sono presenti comportamenti disadattavi tra cui l’autolesionismo.

Livello di Gravità Estremo 

Ambito concettuale Ambito sociale Ambito pratico
Le abilità concettuali si riferiscono al mondo fisico piuttosto che ai processi simbolici. L’individuo può usare gli oggetti in modo finalizzato per la cura personale, il lavoro e lo svago. Possono essere acquisite determinate abilità visuo-spaziali, come il confronto e la classificazione basati su caratteristiche fisiche,. Tuttavia, concomitanti compromissioni motorie e sensoriali possono impedire l’uso funzionale degli oggetti. L’individuo ha una compromissione molto limitata della comunicazione simbolica nell’eloquio o nella gestualità. Può comprendere alcuni gesti o istruzioni semplici. I desideri e le emozioni vengono espressi tramite la comunicazione non verbale, non simbolica. L’individuo gradisce i rapporti con membri della famiglia, con il personale di supporto e con altri familiari ben conosciuti. La partecipazione nelle interazioni sociali avviene per lo più attraverso segnali gestuali ed emozionali. L’individuo è dipendente dagli altri in ogni aspetto della cura fisica, della salute e della sicurezza quotidiane. Le azioni semplici con alcuni oggetti possono rappresentare la base per la partecipazione ad alcune attività professionali, con la presenza di un sostegno costante. Le attività ricreative possono comportare, ad esempio, ascoltare la musica, passeggiare, attività in acqua, guardare film, sempre con il supporto di altre persone. E’ presente comportamento disadattivo in una minoranza significativa di individui.

I criteri diagnostici per la disabilità Intellettiva non comprendono un criterio di esclusione, quindi, si dovrebbe fare diagnosi ogni qual volta che i criteri vengono soddisfatti, ad eccezione di particolari condizioni mediche o genetiche. Tuttavia, vi sono dei casi in cui non si può parlare di Disabilità Intellettiva, in quanto, si è in presenza di specifici disturbi che, per quanto abbiano delle caratteristiche in comune con il Ritardo Mentale, si differenziano sostanzialmente. Nei Disturbi dell’Apprendimento o nei Disturbi della Comunicazione è compromesso lo sviluppo di un’area specifica (per esempio, lettura, linguaggio espressivo), ma manca una compromissione generalizzata dello sviluppo intellettivo e del funzionamento adattivo. Nei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo vi è una compromissione qualitativa dell’interazione sociale reciproca e dello sviluppo delle capacità di comunicazione di tipo verbale e non verbale. La Disabilità Intellettiva spesso accompagna i Disturbi Pervasivi dello Sviluppo, ma non può essere considerato la diagnosi principale.

Prevalenza

La disabilità Intellettiva ha una prevalenza complessiva nella popolazione generale dell’1% circa e le percentuali di prevalenza variano in base all’età. La prevalenza della Disabilità Intellettiva grave è approssimativamente di 6 individui su 1000.

Aspetti medici

Gli aspetti medici non caratterizzano la sintomatologia della Disabilità Intellettiva di per sé, ma più che altro, si può parlare di eventuali condizioni mediche associate quali:

epilessia, cardiopatie, paralisi cerebrali infantili, sindromi dismetaboliche, disturbi della vista, disturbi dell’udito.

L’associazione di queste condizioni con il Ritardo Mentale [Disabilità Intellettiva (DSM-5)] oscilla dal 64% dei casi nelle paralisi cerebrali infantili (ossia 64 bambini su 100 che hanno una paralisi cerebrale infantile hanno anche una disabilità Intellettiva), al 30% nell’epilessia (ciò vuol dire che 30 bambini su 100 con diagnosi di epilessia hanno anche un ritardo mentale), (Boyle et al. 1996).

Spesso si pensa che la Disabilità Intellettiva sottintenda una lesione cerebrale evidente. Se questo può essere vero nelle forme più gravi, ciò non è vero nelle forme medie e lievi. All’interno del DSM-5 non troviamo per la diagnosi di Disabilità Intellettiva la presenza di alterazioni delle indagini strumentali, in quanto, è il quadro cognitivo, adattivo e psicopatologico che definisce la diagnosi e non eventuali altri segni di compromissione disfunzionale, morfologica, biochimica o neuroelettrica che lo sostengono.

 

Bibliografia

American psychiatric association (1994). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-IV). Washington, APA Press, (trad. it. Milano, Masson, 1995);

American psychiatric association (2013). Diagnostic and statistical manual of mental disorders (DSM-5). A Division of APA, Arlington, VA. (trad. it. Milano, Raffaello Cortina Editore, 2014);

Boyle et al. (1998). An evaluation of early development of children with autism and with PDDNOS from home movies: preliminary findings, “Autism”, 1998, 2, pp. 243-56;

Celi F., Fontana D. (2010). Psicopatologia dello Sviluppo. Storie di Bambini e psicoterapia. Seconda Edizione. McGraw-Hill, Milano;

Vicari S., Caselli M. C. (2002). I Disturbi dello Sviluppo. Neuropsicologia clinica e Ipotesi riabilitative. Il Mulino, Bologna.